Ogni confraternita si differenziava l’una dall’altra per la modalità con cui si adoperano per fare carità e beneficenza e nella devozione verso una o più figure religiose.
Si distinguono l’una dall’altra dalla differente colorazione e decorazione presente nelle loro mantelline e dalla statua o gruppo statuario che viene utilizzato durante la settimana Santa per i riti dei misteri della passione di Cristo.
Il rito della Settimana Santa a Ragusa nasce intorno alla fine del 1300 e da circa 10 anni è inserita nel registro dei beni immateriali da salvaguardare e tutelata quindi dall’UNESCO.
Sin dal 1300 ogni confraternita, durante la Settimana Santa ha un giorno e un ora ben precisa per andare in processione con la propria statua.
Partendo dalla chiesa dove ha la sede, si dirigono verso il Duomo, dove all’interno vengono svolti i fervorini eucaristici in loro onore, al termine dei quali si spostano, sempre in processione, verso la loro sede di appartenenza.
Soltanto il venerdì Santo tutte le confraternite sono obbligate a partecipare alla lunghissima e sentitissima processione, che dal Duomo si dirama per tutte le vie dell’antico centro storico della città (Ibla), con le statue del Cristo morto e dell’Addolorata.
Quella della SS. Addolorata è la confraternita più prestigiosa. Infatti uno dei requisiti indispensabili per entrarne a far parte è quello di essere nobile, quindi una confraternita tutta prettamente nobiliare.
Una delle più importanti confraternite è quella di San Giacomo, elevata ad “arciconfraternita” nel 1700, dopo la visita a Ragusa del vescovo di Siracusa Asdrubale Termini che riscontò il grande impegno profuso per soccorrere prima e aiutare poi, nella ricostruzione, le vittime del terribile terremoto del 1693 che distrusse tutto il val di Noto.
Il vescovo, convinto che la “semplice” elevazione di ruolo fosse troppo poca, decise di dare loro dei privilegi molto importanti: poter mettere la statua del Patrono San Giorgio sopra il portone principale della loro chiesa.
Concessione che potrebbe sembrare cosa da poco ma non lo è, in quando la norma canonica impone di collocare sul portone principale delle chiese solo statue di Cristo o della Madonna.
L’unica confraternita non più esistente da circa 80 anni, è quella di Sant’Agnese. Si occupava di portare in processione il mercoledì Santo una statua di epoca spagnola datata tra fine 1400 ed inizi del 1500 di un Cristo flagellato seduto su un “ceppitello”.
Scomparsi loro, ovviamente scompare anche la processione lasciando così un “buco” durante la settimana Santa ragusana.
Le confraternite siciliane non rappresentarono solo un evento religioso ma anche storico, sociale e culturale divenendo tutt’uno con la storia di questo popolo e rendendole, ancora oggi, associazioni laiche garanti di tradizioni ecclesiali, antropiche, culturali e di un passato artistico ancora godibile.